Le Fibre Artificiali
Le Fibre tessili artificiali, sono create in laboratorio utilizzando una parte di materia prima di origine naturale unita a sostanze chimiche elaborate dall’uomo. La necessità di sviluppare tessuti ecosostenibili spinge la ricerca di nuove fibre ecologiche, così nell’ultimo decennio abbiamo visto nascere fibre artificiali derivate da agrumi, latte, mais, dalla vinaccia e da alberi come eucalipto e faggio.
Ma qual è la differenza tra Fibre Artificiali e Fibre Sintetiche?
In questo e negli articoli collegati, approfondiremo la conoscenza delle Fibre Artificiali, che stanno occupando una posizione di sempre maggior rilievo anche nella produzione di abbigliamento tecnico, a causa delle loro prestazioni in termini di confort, traspirabilità, capacità di assorbimento, oltre a essere biodegradabili, rinnovabili, sostenibili. Iniziamo duqnue il viaggio nel mondo, poco conosciuto, delle fibre fabbricate con procedimenti chimici a partire da prodotti naturali, le Fibre Artificiali, appunto.
La differenza tra fibre tessili artificiali e fibre tessili sintetiche è che le fibre artificiali derivano da cellulosa o proteine di origine vegetale, mentre le fibre sintetiche derivano da prodotti petroliferi, gas e carbone. Le fibre artificiali sono diverse anche dalle fibre naturali, poiché richiedono un trattamento chimico estensivo per realizzare il prodotto finito.
Come si producono?
Esistono diverse tecniche chimiche di produzione per le fibre tessili artificiali, ma il metodo più comune è noto come processo “viscosa“, da cui deriva il nome dell’omonimo tessuto. Nel processo viscosa, la cellulosa viene trattata con soda caustica (alias: idrossido di sodio) e disolfuro di carbonio, convertendola in un liquido dorato altamente “viscoso” con colore e consistenza simili al miele. Il fluido viene filtrato per rimuovere le impurità, e forzato attraverso fori molto fini direttamente in un bagno chimico dove indurisce in fili sottili. Quando lavati e sbiancati, questi fili diventano una fibra artificiale.
Le sostanze chimiche utilizzate restano solo in minima parte sui tessuti, tanto è vero che in genere possono essere certificati Oeko-Tex, una certificazione tessile che analizza i tessuti alla ricerca di eventuali sostanze chimiche dannose per l’ambiente o per la salute umana.
Non per questo tutte le fibre artificiali sono a impatto zero: il problema ambientale deriva quindi più dallo smaltimento dei prodotti chimici: l’idrossido di sodio, sebbene non dannoso per l’uomo, è comunque dannoso per l’ambiente, poiché troppo spesso viene scaricato in acqua senza una corretta depurazione, contribuendo così all’inquinamento ambientale.
Sicuramente il processo di produzione standard delle fibre tessili artificiali NON è assolutamente ecologico, ma conosciamo fibre artificiali come Tencel®, Orange Fiber, Lanital. Queste fibre sono dei “marchi” attribuiti a delle fibre artificiali con processi di produzione a basso impatto ambientale, principalmente perché basati su sistemi a circuito chiuso – dove le sostanze chimiche e le risorse idriche vengono riciclate e riutilizzate in un ciclo infinito, senza doversi preoccupare dello smaltimento di tale sostanze.
Quali sono le principali Fibre Artificiali?
Nelle pagine collegate approfondiremo le caratteristiche dei tessuti artificiali più utilizzati nella produzione di abbigliamento outdoor, cercando di capire le differenze, le prestazioni, la manutenzione e l’impiego di:
- Rayon
- Lyocell
- Viscosa
- Modal
- Fibra di Bambù
- Lanital
- Orange Fiber