Il Polipropilene
Il Polipropilene è una materia plastica di sintesi ottenuta da frazioni del petrolio, molto adatta al riciclaggio.
Dal punto di vista chimico è un polimero termoplastico del propilene sintetizzato per primo dall’italiano Giulio Natta, premio Nobel per la fisica nel 1963. Da allora il polipropilene ha fatto tantissima strada e le sue applicazioni si sono moltiplicate; facendolo passare per minuscoli ugelli ad esempio, si può produrre una fibra con caratteristiche molto adatte all’uso nelle attività outdoor.
I suoi vantaggi specifici sono:
- è leggero (pesa circa il 30% meno del poliestere;
- è più caldo, con un coefficiente termico paragonabile alla lana;
- assorbe poca acqua ed è più permeabile al vapore, di conseguenza è molto traspirante ed asciuga in fretta.
Queste caratteristiche ne fanno un tessuto, solitamente unito a fibre come lo Spandex per aumentarne l’elasticità, o la lana merinos per renderla più resistente, adattissimo ad essere impiegato nella fabbricazione di abbigliamento intimo tecnico. Naturalmente la varietà dei trattamenti possibili condizionano la qualità e quindi le prestazioni della fibra in Poliestere. Lunghezza delle fibre, spessore, presenza o meno di cavità all’interno, trattametni antibatterici, rendono i tessuti in poliestere capaci di superare i limiti di resistenza al calore, ai solventi, di rilascio dei cattivi odori che in passato ne hanno limitato gli impieghi.
Tra i produttori di fibre in polipropilene, uno dei marchi più utilizzati è il Dryarn. Invece il Meraklon è un marchio usato da aziende del gruppo Montedison che producevano polipropilene sotto forma di fiocco.
Il polipropilene è dunque una fibra con la quale produrre tessuti più performanti che quelli in poliestere; l’unico svantaggio reale è il costo di produzione più elevato.
Manutenzione
LAVAGGIO, ASCIUGATURA:
Più sensibili al calore, queste fibre vanno lavate con acqua fredda o tiepida ed appese ad asciugare perchè non assorbono acqua. Se necessario stirarle con ferro poco caldo.
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